I cani possono fiutare il tumore? Negli ultimi anni, i cani addestrati hanno dimostrato di essere abili nel rilevare diverse patologie umane, inclusi alcuni tipi di tumori. Ma possono fare lo stesso per i propri simili? Recenti ricerche suggeriscono che, con un addestramento specifico, i cani possono riconoscere il carcinoma uroteliale attraverso l’analisi dell’urina dei loro compagni a quattro zampe. Uno studio recente pubblicato su BMC Veterinary Oncology ha confermato queste possibilità, mostrando risultati promettenti nell’utilizzo dei cani per diagnosticare questo tipo di tumore. Lo studio potrebbe aprire la strada a nuovi metodi diagnostici non invasivi, rapidi ed economici per individuare precocemente questa forma di tumore.
Carcinoma uroteliale: un tumore aggressivo e difficile da diagnosticare
Il carcinoma uroteliale è il tumore alla vescica più comune nei cani, rappresentando circa il 2% di tutte le diagnosi oncologiche. Si tratta di una patologia invasiva e aggressiva che condivide i sintomi con altre malattie non maligne del tratto urinario, rendendo la diagnosi particolarmente complessa. Oggi, la conferma definitiva richiede tecniche come la biopsia o l’istopatologia, procedure spesso invasive e costose. Sebbene esistano test come quello dell’antigene tumorale della vescica e il rilevamento della mutazione BRAF, entrambi hanno dei limiti in termini di sensibilità e specificità. Tutto ciò genera un bisogno urgente di sviluppare approcci diagnostici innovativi e accessibili.
I cani possono fiutare il tumore? L’addestramento, una sfida complessa
Nel nuovo studio, un team di ricercatori ha addestrato tre cani già esperti nel riconoscimento di tumori umani per rilevare campioni di urina provenienti da cani affetti da UC. Gli animali sono stati sottoposti a sessioni di addestramento intense e mirate, utilizzando campioni raccolti e conservati seguendo rigidi protocolli per evitare contaminazioni o odori confondenti.
Durante i test in doppio cieco, i cani hanno dimostrato una sensibilità media dell’80% e una specificità del 91,7%, mostrando che l’addestramento adeguato può portare a risultati affidabili. È importante ad ogni modo evidenziare che tali valori di sensibilità e specificità, sebbene promettenti, necessitano di ulteriori conferme e di un confronto con metodologie standard per garantire una validazione robusta. Nonostante la naturale curiosità verso l’urina di altri cani, i cani coinvolti sono riusciti a identificare correttamente i campioni patologici.
Una nuova frontiera nella diagnostica veterinaria
I risultati dello studio confermano che i cani possono fiutare il tumore, essere cioè – nell’individuare il carcinoma uroteliale nei loro simili, un valido supporto. La possibilità di utilizzare un metodo non invasivo, basato su campioni di urina raccolti in modo semplice, rappresenta un enorme vantaggio sia per i veterinari che per i proprietari di animali. Un aspetto da approfondire è il possibile ruolo dei protocolli di raccolta e conservazione dei campioni nell’influenzare l’accuratezza dei risultati. Future ricerche potrebbero esplorare questa variabile in dettaglio.
L’introduzione di cani addestrati nella pratica clinica potrebbe contribuire a migliorare significativamente la diagnosi precoce, aumentando le possibilità di trattamento efficace. Sebbene siano necessari ulteriori studi per affinare la metodologia, questa ricerca segna un passo avanti importante nella medicina veterinaria. La replicabilità di questi risultati rappresenta una sfida cruciale: un’ampia serie di studi multicentrici potrebbe fornire dati più solidi e applicabili su scala più vasta. La replicabilità di questi risultati rappresenta una sfida cruciale: un’ampia serie di studi multicentrici potrebbe fornire dati più solidi e applicabili su scala più vasta.
Se vuoi leggere di un altro studio che indaga la capacità dei cani di fiutare il tumore, puoi leggere l’articolo Cani addestrati a fiutare il tumore: lo dimostra uno studio.