Dalla morte alla salvezza dei galgos: così le associazioni riscattano i levrieri spagnoli. Ci sono storie che entrano nel cuore e difficilmente se ne vanno. Storie di cui non si ci capacità per la loro brutalità disumana, che non trovano una spiegazione logica ma solo fiumi di lacrime. Le raccontano i galgos, i levrieri della penisola iberica, che sulla loro pelle portano i segni di chi nasce con una condanna: l’essere un cane da caccia in Spagna. Molte delle loro ferite non sono però visibili.
Li chiamano “figli del vento” perché capaci di scattare sul terreno come pochi, ma anche “cani del nulla”. Scompaiono infatti nel nulla quando non possono più essere sfruttati nell’esercizio venatorio. Le loro impressionanti abilità non li salveranno da una morte atroce.
Con la chiusura della stagione venatoria calano le ombre sul destino di questi cani. È allora, nel mese di febbraio ma anche marzo, che iniziano latrati disperati. In pochi vedranno il sorgere di un nuovo sole. Se alcuni sono vittime di abbandoni nelle perreras locali, canili dove ai cani non adottati viene praticata l’eutanasia, altri vengono uccisi nei modi più cruenti.
Dati alle fiamme, gettati nei pozzi, impiccati in un’interminabile agonia. Sono migliaia i galgos che ogni anno muoiono così, massacrati dalle mani dei loro proprietari. È una mattanza di cui sono tristemente a conoscenza enti protezionistici spagnoli e internazionali, che hanno deciso di dare tutto loro stessi per salvare quanti più levrieri possibili.
Diverse organizzazioni no-profit hanno intrapreso campagne e progetti per riscattare questi figli del vento, strappandoli alla morte e restituendogli quella vita rubata. Tra di loro vi è Progetto Galgo Onlus, fondato da Massimo Errico assieme alla sua compagna Carla Boni.
Massimo Errico, presidente di Progetto Galgo Onlus, ha introdotto Vita da Cani alla missione di salvataggio di galgos e podenco e alla straordinaria rete dei volontari che la rendono concreta. Grazie a loro e a tutte le persone coinvolte, tante di quelle storie tristi e toccanti di cui parlavamo hanno la più bella delle conclusioni.
Perché i galgos? Come nasce l’associazione che salva i levrieri spagnoli (e i podenco)?
Progetto Galgo, con sede a Seriate, provincia di Bergamo, nasce proprio con “l’adozione di un levriero, anzi una levriera, di nome Zoe, da un’altra associazione qui in Lombardia e da allora io e la mia compagna abbiamo deciso di fare anche noi qualcosa per questi poveri cani e assieme ad altre persone che hanno adottato abbiamo creato il Progetto Galgo” ricorda Massimo Errico.
Come avviene il recupero dei galgos e l’adozione?
Progetto Galgo può contare sulla collaborazione con un rifugio spagnolo, lo Scooby Medina. Sono i loro volontari “a fare il lavoro più duro perché a febbraio-marzo girano per le campagne del sud della Spagna e recuperano tutti gli esemplari che trovano come quelli abbandonati legati a un palo, impiccati se riescono a salvarli per tempo. Noi ci appoggiamo a loro. Il nostro ruolo in Italia è trovare famiglie interessate ad adottare questi levrieri spagnoli. Le contattiamo per conoscere la famiglia, il posto dove il cane andrebbe a vivere, forniamo tutte le informazioni del caso sulla razza e soprattutto le problematiche alle quali potrebbero andare incontro specialmente nel primo periodo di inserimento”.
Non dimentichiamo che questi cani, oltre ad avere traumi, “non hanno mai vissuto in appartamento e ci sono varie cose che devono imparare come fare i bisogni fuori casa, stare da soli in casa perché in Spagna vengono cresciuti in gruppo e potrebbero avere crisi d’ansia. Dopo il colloquio noi facciamo la proposta del cane più adatto per il loro stile di vita e il nucleo familiare, se ci sono altri animali e soprattutto bambini. Si può anche scegliere il cane dal sito di Scooby, ma siamo noi a fare una valutazione, se quel particolare cane è idoneo”.
Fondamentale è il ruolo di alcune volontarie “che quasi tutti i mesi visitano il rifugio Scooby Medina per creare i profili dei cani e capire praticamente se i cani sono compatibili con i gatti del gattile dello stesso rifugio, se sanno andare al guinzaglio”.
Per ogni viaggio organizzato verso l’Italia viene creato “un gruppo whatsapp con all’interno le mie due educatrici cinofile che seguono passo per passo ogni famiglia nell’inserimento e danno consigli su cosa fare e non fare. Grazie a loro gli adottanti possono contare su un aiuto in più per inserire il cane nelle loro case“.
La vita dopo la morte: un salvataggio particolarmente scioccante ma con lieto fine
Abbiamo chiesto a Massimo Errico di condividere un salvataggio che lo ha colpito in particolar modo per la crudeltà e questo è ciò che ci ha raccontato. “Ho visto un video che mi hanno girato ed è stato molto forte di un galgo che è stato salvato mentre bruciava vivo. Mi è rimasto impresso vedere i volontari che con delle coperte si gettavano su questo cane per spegnere il fuoco e salvarlo. Io l’ho proposto a una famiglia con delle fotografie del cane in uno stato pietoso con bruciature e mancanza di pelo. Quando è arrivato in Italia io lo cercavo tra i compagni ed era un altro cane, un cane stupendo”.
Quanti levrieri spagnoli sono stati salvati grazie a Progetto Galgo?
“Ad oggi siamo arrivati sui 508-509 cani salvati. Di recente abbiamo festeggiato il 500esimo galgo adottato“. Molti di quei cani sono oggi irriconoscibili perché “da paurosi sono diventati più sicuri di se stessi in famiglie con altri levrieri o altri cani. Sono proprio cambiati in determinati contesti”.
Anche quando ormai felicemente adottati, i galgos “vengono seguiti sempre da noi e le famiglie continuano a mandarci fotografie e video. Il nostro scopo è sì far trovare adozione al cane, ma anche dare supporto alle famiglie o a chi è alle prime esperienze e non ha mai avuto un cane in casa”.
Un messaggio a chi è indeciso se adottare galgos
Pensando ai galgos e alle loro caratteristiche si potrebbe essere intimoriti dalle esigenze di questi cani, ma c’è un però. “Non è vero che per avere un levriero bisogna avere un giardino megagalattico. Basta avere anche un monolocale perché loro in casa sono dei gran dormiglioni e non sai neanche di averli. Io li chiamo “cani soprammobili” perché dormono a lungo sul divano per avere energie per correre. Se si ha un levriero non vi è l’obbligo di portarlo a correre tutti i giorni. L’importante, però, è che esca regolarmente e crescendo socializzi con il mondo esterno quindi persone e cani“.
I levrieri, ultimo concetto ma assolutamente non per importanza, “sono cani meravigliosi. Devi viverli per poter capire che tipo di cane sono“. E chi può dirlo meglio di Massimo Errico e della sua dolce metà. Tutto è iniziato grazie alla loro Zoe e prosegue attraverso Calesa e Yago, altri loro levrieri, e tutti i galgos salvati da Progetto Galgo Onlus.