Unità cinofile antiveleno: in azione in Umbria i cani che trovano i bocconi avvelenati. Sono 6 i cani specializzati nella lotta contro i bocconi avvelenati intrapresa dalla Regione Umbra. I loro nomi? Luna, Sky, Rick, Stella Libra, Victor e Nikita. Sono loro i protagonisti di un nuovo progetto pilota, a livello nazionale, per la formazione delle Unità Cinofile Antiveleno. Si tratta di due pastori tedeschi, un border collie, un meticcio e due pastori belga malinois, che, insieme ai loro conduttori, hanno appena concluso un corso intensivo. Il loro compito? Scovare e rimuovere esche velenose, per proteggere sia gli animali domestici che l’intero ambiente. L’iniziativa, promossa dalla Regione Umbria in collaborazione con l’Enpa (Ente Nazionale Protezione Animali) e la Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica di Pila, è stata presentata questa mattina a Perugia presso il Palazzo del Broletto.
Durante la cerimonia, le unità cinofile antiveleno hanno ricevuto gli attestati di partecipazione al corso, che ha avuto una durata complessiva di dieci mesi. Il dott. Massimo Floris, direttore della Clinica Euroveterinaria e coordinatore delle attività formative, ha sottolineato l’importanza di un addestramento altamente specializzato, in grado di fornire ai partecipanti le competenze necessarie per contrastare efficacemente il fenomeno dei bocconi avvelenati. “Questo problema è una minaccia crescente per la fauna, gli animali domestici e l’intero ecosistema, richiedendo interventi immediati e mirati“, ha spiegato Floris.
L’assessore all’ambiente della Regione Umbria, Roberto Morroni, ha ribadito come il progetto delle unità cinofile antiveleno non si limiti alla tutela degli animali, ma contribuisca anche alla salvaguardia dell’ecosistema locale, spesso messo a rischio da pratiche illegali come l’avvelenamento. “Le unità cinofile sono state formate per individuare e bonificare le aree contaminate da bocconi avvelenati, prevenendo così danni agli animali e contribuendo alla sicurezza pubblica. Il progetto delle unità cinofile antiveleno mira anche a proteggere gli ecosistemi umbri e le specie faunistiche locali, spesso messe a rischio da pratiche illegali come l’avvelenamento”.