Tenere un cane in una casa piccola e sporca può costituire reato di abbandono. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha stabilito che tenere un animale in condizioni non compatibili con la sua natura può costituire reato di abbandono, previsto previsto dall’art. 727 del Codice Penale. Non è dunque necessaria la volontà di nuocere all’animale procurandogli lesioni o patologie. Perché si integri il reato di abbandono, secondo la sentenza, è sufficiente tenere gli animali in condizioni che non siano compatibili con la loro natura.
Tenere un cane in una casa piccola e sporca può costituire reato di abbandono: il caso esaminato dalla Corte di Cassazione
I giudici della Corte di Cassazione hanno preso in esame il caso di un uomo che teneva nel suo piccolo appartamento di appena 40 metri quadri 7 cani, di cui 2 cuccioli. Pur nutrendoli dovutamente e portandoli a spasso con regolarità, le condizioni di igiene precario nelle quali faceva vivere i suoi animali domestici, così come il fatto che li tenesse in un ambiente del tutto privo di luce naturale hanno spinto di giudici della Corte Suprema a considerare configurato il reato di abbandono. “Non occorre che gli animali si ammalino per ritenere integrato il reato”, recita la sentenza n° 39844-2022, “ma si verifica anche quando gli animali vengono privati di luce, cibo e acqua, quando vengono detenuti in precarie condizioni di salute, nutrizione e igiene, non rilevando a tale fine una precisa volontà del soggetto agente di infierire sugli stessi o di provocargli lesioni”.
Reati contro gli animali: i dati del Rapporto Zoomafia 2022 della Lav
Secondo i dati del Rapporto Zoomafia 2022 della Lav, In Italia ogni 55 minuti viene sporta una denuncia per reati contro gli animali. Ventisei i procedimenti aperti ogni giorno per reati contro gli animali. Secondo il rapporto, ben 2.624 i procedimenti avviati per uccisione di animale. Segue il maltrattamento di animali, con 2.318 procedimenti, pari circa al 30,83% di quelli registrati, e 1.383 indagati.