Tassista si rifiuta di far salire in auto il cane guida

Tassista si rifiuta di far salire in auto il cane guida

Un episodio di discriminazione contro un uomo cieco e il suo cane guida ha acceso i riflettori su una problematica ancora troppo diffusa: i diritti delle persone con disabilità visive e dei loro cani guida.
Un episodio di discriminazione contro un uomo cieco e il suo cane guida ha acceso i riflettori su una problematica ancora troppo diffusa: i diritti delle persone con disabilità visive e dei loro cani guida.
tassista si rifiuta di far salire cane guida in auto
prostooleh - freepik.com

Tassista si rifiuta di far salire in auto il cane guida. Un uomo cieco, Colin Hetherington, è stato vittima di un grave episodio di discriminazione in Scozia mentre cercava di prendere un taxi per recarsi a un funerale. Il tassista si è rifiutato di far salire il cane guida, sostenendo di avere un’allergia. Nonostante la legge britannica obblighi i conducenti a consentire l’accesso ai cani guida, a meno che non abbiano un certificato medico che giustifichi l’esenzione, il conducente si è vibratamente opposto a che il cane guida entrasse nel taxi, e non è stato in grado di esibire alcun documento giustificativo.

Colin ha insistito affinché venissero rispettati i suoi diritti, ottenendo infine l’accesso al mezzo, ma non senza ulteriori episodi spiacevoli. “Il conducente continuava a fare commenti inappropriati, dicendo che ‘stava solo scherzando'”, ha raccontato Colin, aggiungendo che episodi simili sono tutt’altro che rari.

Tassista rifiuta di far salire cane guida: i diritti dei cani guida, una battaglia ancora aperta

L’episodio accaduto in Scozia non è isolato. Casi simili trovano riscontro un po’ ovunque. Non è raro che, infatti, i proprietari di cani guida si trovino a fronteggiare ostacoli e rifiuti in luoghi pubblici e mezzi di trasporto. Nonostante le leggi garantiscano, anche in Italia, l’accesso ai cani guida in tutti i luoghi aperti al pubblico, incluse attività commerciali, ristoranti e mezzi pubblici, le segnalazioni di violazioni parrebbero frequenti.

Secondo uno studio condotto dall’associazione britannica Guide Dogs, il 72% dei proprietari di cani guida ha subito un rifiuto d’accesso nell’ultimo anno. Situazioni che non solo rappresentano una violazione della legge, ma generano anche un forte senso di isolamento e frustrazione nelle persone non vedenti.

Tassista si rifiuta di far salire in auto il cane guida: le conseguenze emotive di un rifiuto

L’impatto psicologico di questi rifiuti è significativo. Colin ha spiegato: “Se fosse successo a mia moglie, sarebbe scoppiata in lacrime. È già accaduto in passato. Queste situazioni non sono solo offensive, ma creano vulnerabilità e disagio.” Anche in Italia, le associazioni che si occupano di tutela delle persone con disabilità visive segnalano che, oltre al rifiuto esplicito, non sono poi così rari comportamenti o atteggiamenti scortesi da parte del personale.

Cosa possiamo fare per promuovere l’inclusione?

La legge italiana tutela chiaramente i diritti dei cani guida, e le violazioni possono portare a sanzioni per i responsabili. Tuttavia, è fondamentale sensibilizzare ulteriormente le persone e formare il personale di esercizi pubblici e mezzi di trasporto.

Eleanor Briggs, responsabile delle politiche di Guide Dogs, ha dichiarato: “Chiediamo che le aziende considerino il periodo delle festività come un’occasione per abbracciare valori di inclusione. Una maggiore consapevolezza e una formazione adeguata possono fare la differenza, garantendo che tutti, compresi i proprietari di cani guida, si sentano benvenuti.”

Inclusione e rispetto: una sfida per tutti

In un’epoca in cui si parla sempre più di inclusività, non possiamo ignorare le difficoltà che le persone non vedenti affrontano quotidianamente. Episodi come quello di Colin ci ricordano che c’è ancora molta strada da fare per garantire una vera equità sociale. “Mi rifiuto di essere trattato come un cittadino di seconda classe,” ha dichiarato Colin, un messaggio che deve far riflettere. La battaglia per il rispetto dei diritti dei cani guida e dei loro proprietari riguarda tutti noi, perché è un indicatore del livello di civiltà di una comunità.

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