Francesca Alotta: una vita tra successi, dolori e rinascite, circondata dall’amore dei suoi cani. Francesca Alotta, palermitana doc, è una donna bella e gentile che il destino ha provato ad abbattere diverse volte, ma nel profondo dei suoi occhi marroni, scuri come la terra dell’amata Sicilia, c’è una storia straordinaria che racconta di grandi successi e di dolori personali, superati ogni volta grazie alla musica e a un grande carattere. Sono lontani i tempi in cui, giovanissima, calcava il palco di Sanremo in coppia con Aleandro Baldi, vincendo con il brano Non Amarmi. Negli anni ha cantato in Italia e all’estero presentando successi altrettanto noti come Sentimenti dello stesso artista toscano, Fragilità, Chiamata Urgente, Un anno di noi e oggi torna con l’album Diversa, dove sono presenti 7 canzoni scritte per la prima volta interamente da lei, sia musica che testi, per l’etichetta Anima Mediterranea. Tra le strofe c’è tutta la sua voglia di rinascita, il passato e il presente, un vero regalo per chi sogna di conoscerla da sempre e il titolo non è casuale: parla di una fan vessata dalla famiglia perché omosessuale e affetta da una grave anoressia, che Francesca è riuscita a salvare. Lei del resto, non si è mai risparmiata: ha sempre coltivato rapporti profondi con gli ammiratori che la seguono dall’inizio della carriera e non ha mai limitato cure a qualunque animale avesse bisogno di una casa e di un po’ d’affetto. Negli anni ha allevato galline, oche, gatti e cani e proprio questi ultimi riempiono ancora oggi la sua vita di gioia e allegria.
Francesca Alotta: “Sin da bambina, non ho mai rinunciato all’amore di un cane”
Francesca ha le idee chiare: non ama gli allevamenti e non va alla ricerca ossessiva di un animale con il pedigree. I sentimenti non hanno razza e per questo ha sempre adottato dei teneri trovatelli. “Non ho mai comprato un cane, principalmente perché nei canili se ne vedono tantissimi desiderosi di trovare una casa e una famiglia. Sono sempre stata circondata dal loro affetto, da piccolissima e da adulta non ho mai rinunciato al privilegio di averli accanto”.
Soul: la mia cura d’amore dopo un grave lutto
Quella degli amici a quattro zampe nel suo quotidiano, dunque, è una presenza costante che l’ha sempre accompagnata: “Il mio primo cagnolino, dopo quelli avuti da piccolissima con i miei genitori, si chiamava Soul, “anima”, ed era un mix tra un maremmano e un pastore belga. Il nostro incontro è stato speciale e quasi magico, perché per giorni continuava a tornare e a fermarsi dietro al mio cancello. Ho, quindi, iniziato a chiedere in giro se appartenesse a qualcuno, ma nessuno lo conosceva e ho deciso di portarlo dal veterinario, scoprendo che non aveva il microchip. Da pochi giorni era morta mia nonna e io non smettevo di piangere, mentre lui, appena giunto in casa, ha iniziato a leccarmi come se volesse consolarmi. Ho sempre pensato che me lo abbia mandato lei, come suo ultimo e meraviglioso dono”.
Gigi: il mio “cane-ombra”, sempre accanto a me
Tra i cani salvati dalla Alotta c’è anche Peggy, guarita da una brutta ferita che l’avrebbe condotta a morte sicura. L’ha notata a Roma, sull’Aurelia, ed era stata abbandonata zoppicante, forse perché era rimasta incastrata in una trappola. All’inizio era molto diffidente, ma ben presto è diventata docile e ha vissuto insieme a lei per ben 17 anni. Subito dopo, però, è arrivato Gigi: “Era un cane piccolissimo di circa 4 kg, e super silenzioso, tanto che l’ho addirittura portato al cinema a vedere Shrek insieme a mia nipote. Nessuno si è accorto di nulla. A lui avevo anche fatto il passaporto e partivamo sempre insieme”.
Francesca Alotta: “I miei quattro cuccioli speciali e i loro amici”
“Dopo Gigi e Soul, ho trovato 4 cagnolini dentro un cassonetto dei rifiuti. Ricordo che era il 27 novembre e fuori faceva freddissimo. Io li sentivo piangere e quando li ho visti, ho capito che non avevano più di due mesi. All’inizio, con tre animali in casa, li ho portati al canile. Non fidandomi, però, di come venivano trattati, li ho adottati e siamo diventati in 8, sette cani ed io. Purtroppo, piano piano, sono diventati anziani e li ho persi ma, nel frattempo, ne sono arrivati altri. Ho preso dalla strada Ciccio che è ancora con me, poi Lola che era di due ragazzi che mi avevano chiesto di tenerla e poi non sono più tornati a prenderla e anche Luly”.
Un regalo di Natale indimenticabile
Due anni e mezzo fa, nel periodo natalizio, Francesca è stata contattata da un’amica. Lei le ha parlato di una associazione legata agli animali che cercava disperatamente qualcuno che si potesse prendere cura di due cani rimasti soli perché la proprietaria era morta. Erano in tutto 7, ma gli altri 5 erano stati adottati e non Matilde e Fiocco, perché non godevano di ottima salute ed avevano un’età avanzata. “Ero a Palermo e le ho portate con me a Roma. La seconda era molto malata e il veterinario mi ha consigliato di farla addormentare, quando la sua sofferenza è diventata troppa. La prima, invece, si è ripresa alla grande, dopo tante cure e tanto amore e adesso è la cagnolina più felice del mondo. Oggi ho anche Betsy e Ciccio e 4 teneri gatti, che prima erano 5. Allevo poi due galline e prima avevo le oche. Come faccio da sola? Ho trovato una cara vicina che è animalista e vegetariana come me e mi aiuta a conciliare gli impegni lavorativi con la loro cura”.
Francesca Alotta e i suoi prossimi progetti
“Sto scrivendo dei testi teatrali: uno insieme a Ciro Castaldo che si chiama “La vera storia di Mimì, gli uomini non cambiano le donne sì” e un altro con Silvia Panni. Lei è una musicista pazzesca, suona pianoforte e fisarmonica e canta. Ci conosciamo da 30 anni e il nostro lavoro prenderà forma nel prossimo anno. Poi mi hanno chiesto di far parte di un musical nel 2026 al Teatro Brancaccio a Roma che si intitola “Georgie”. Ancora, con Alfio Antico, straordinario percussionista che ha anche lavorato con De Andrè, fra un annetto (visto che ha dei problemi di salute), lavoreremo a uno spettacolo teatrale che narra delle vicende dai Vespri siciliani a oggi e qui canteremo, balleremo lotteremo, mimeremo quell’importante evento storico. Uno spettacolo molto completo”. E non dimentichiamo Diversa, l’ultimo album uscito a maggio. Nel disco sono presenti grandi musicisti come Elio Rivagli, batterista tra gli altri di Claudio Baglioni e Renato Zero e Max Marcolini, che è l’arrangiatore di Zucchero e ha lavorato a tutti i testi tranne due, Un anno di noi (Sanremo 93) e Sentimenti (di Aleandro Baldi), arrangiati da Gabriele Semeraro. La produzione è di Giuseppe Gioia. Tra i brani presenti, c’è Vastasa (maleducata, in siciliano) per il quale siamo pronti a girare il video al Castello della Zisa e sarà dedicato alle donne che combattono per la loro libertà. Ho pensato a questo titolo legandolo a quando mia madre vedendomi letteralmente scappare di casa nei weekend, dopo aver studiato tutta la settimana, al mio ritorno mi apostrofava in questo modo. Avanti a pugni chiusi, invece, racconta la mia vittoria contro il cancro e dell’importanza di dare valore a ogni attimo. Nel video c’è Ivan Cottini, un amico, un professionista e un uomo che non si arrende mai. Lui è ammalato di sclerosi multipla e ha sempre il sorriso sulle labbra”.