Cani in Senato: via libera con regole precise. I senatori in carica potranno portare il proprio cane a Palazzo Madama, ma nel rispetto di un regolamento dettagliato che stabilisce limiti e obblighi ben precisi.
L’iniziativa, fortemente voluta dal presidente del Senato Ignazio La Russa, è ora realtà. Dopo mesi di discussioni, è stato infatti approvato il provvedimento che permetterà ai parlamentari, in via sperimentale, di accedere agli uffici con i propri cani, seguendo però precise e rigorose normative.
Cani in Senato: norme e requisiti per l’accesso dei cani a Palazzo Madama
L’autorizzazione all’ingresso dei cani in Senato è concessa a senatori, dipendenti dell’amministrazione e collaboratori parlamentari. Ogni richiedente potrà portare con sé a Palazzo Madama un solo cane e dovrà rispettare stringenti misure igienico-sanitarie.
I cani di piccola taglia dovranno essere trasportati in un apposito trasportino, mentre quelli di taglia più grande potranno accedere a Palazzo Madama solo se condotti al guinzaglio, che non potrà superare gli 1,5 metri di lunghezza. In alcuni casi, su richiesta, potrà essere richiesto, per l’ingresso dei cani in Senato, l’uso della museruola. L’accesso sarà limitato agli uffici dei proprietari, mentre corridoi, pianerottoli e spazi comuni resteranno vietati, salvo che per il tempo strettamente necessario al passaggio. Un’altra regola per l’ingressi dei cani in Senato riguarderà l’accesso dei cani a Palazzo Madama: sarà consentito unicamente attraverso gli ingressi secondari. L’ingresso principale di Piazza Madama, così come quello collocato in Piazza San Luigi dei Francesi, non sarà utilizzabile con i cani al seguito.
Gli obblighi per i proprietari
Chi porterà il proprio cane con sé al Senato dovrà vigilare costantemente sull’animale, evitando che arrechi disturbo o sporchi gli ambienti. In caso di necessità, il proprietario sarà tenuto a rimuovere immediatamente eventuali deiezioni e igienizzare l’area.
Per ottenere l’autorizzazione, ogni cane dovrà essere munito di passaporto europeo, di certificato veterinario e documentazione che attesti il suo buono stato di salute e il suo “equilibrio psichico”.