Tassista rifiuta cane guida: denunciato. Un episodio che ha suscitato indignazione è avvenuto a Pescara, dove una donna non vedente è stata lasciata a piedi alla stazione ferroviaria, dopo che l’autista del taxi si è rifiutato di far salire a bordo il suo cane guida. Il fatto, avvenuto pochi giorni fa, ha sollevato una serie di interrogativi sulla sensibilità sociale e sull’effettiva applicazione delle normative riguardanti i diritti delle persone con disabilità.
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Il diritto del non vedente di viaggiare con il cane guida
Secondo la legge italiana, i non vedenti hanno il diritto di viaggiare con il proprio cane guida su qualsiasi mezzo pubblico, compreso il taxi. Questo diritto è sancito per garantire l’inclusione e l’autonomia delle persone con disabilità visive. Tuttavia, la donna, di origini portoghesi e residente in Emilia-Romagna, si è vista rifiutare questo diritto dal tassista che, senza giustificazioni, ha dichiarato di non volere cani sulla sua vettura.
Tassista rifiuta cane guida: l’intervento delle forze dell’ordine
Dopo il rifiuto, la donna ha richiesto l’intervento della polizia ferroviaria, ma l’autista ha mantenuto la sua posizione. Di fronte all’impossibilità di risolvere la situazione, il tassista è stato denunciato alla polizia locale. Sebbene la denuncia sia stata formalizzata, è probabile che l’autista riceva una semplice multa, senza ulteriori conseguenze di natura legale.
Una discriminazione inaccettabile
Claudio Ferrante, presidente dell’associazione Carrozzine determinate, ha commentato l’accaduto al Messaggero definendolo una “vera e propria discriminazione”. Ferrante ha dichiarato che questo episodio è indicativo di una realtà ancora lontana dall’inclusione piena delle persone con disabilità. “Questo episodio è sconcertante”, ha sottolineato, mettendo in luce come la cultura dell’inclusione sia ancora insufficiente, specialmente in contesti quotidiani come quello del trasporto pubblico.
Tassista rifiuta cane guida: un caso che fa riflettere
Il rifiuto di accogliere un cane guida non è solo un atto di mancanza di rispetto, ma anche una chiara violazione di un diritto garantito dalla legge. La vicenda di Pescara sottolinea la necessità di una maggiore sensibilizzazione sulla disabilità e sui diritti delle persone non vedenti, non solo tra i cittadini, ma anche tra i professionisti del settore dei trasporti.