Negozi di animali in calo: il nuovo volto della pet economy in Italia. Cambia pelle la pet economy italiana. Una delle tendenze più evidenti emerse negli ultimi anni è il calo dei negozi che vendono animali, un segnale che racconta molto più di una semplice flessione commerciale. Parliamo di un fenomeno che riflette un cambiamento profondo nel modo in cui gli italiani si relazionano agli animali da compagnia e ai loro bisogni.
Sempre meno negozi, sempre più servizi
La diminuzione dei negozi che vendono animali – in particolare cani, gatti, piccoli mammiferi, pesci e uccelli – è confermata dai numeri: secondo l’analisi Unioncamere-InfoCamere sui dati del Registro delle Imprese delle Camere di Commercio, negli ultimi dieci anni si è registrato un calo del 10,6% delle attività commerciali dedicate alla vendita di animali. In parallelo, si riduce anche il numero di esercizi che trattano prodotti generici per animali, con una flessione simile. Non si tratta però di un abbandono del settore, quanto piuttosto di una sua trasformazione profonda. L’interesse dei consumatori si è spostato verso servizi personalizzati e professionali, come toelettature specialistiche, dog-sitter qualificati, centri benessere per animali e fisioterapisti veterinari. I pet parent italiani oggi chiedono di più: non solo prodotti, ma esperienze, attenzione e competenza.
Negozi di animali in calo: le cause del cambiamento
A contribuire al calo dei negozi tradizionali è anche l’aumento della sensibilità verso il benessere animale. Sempre più persone scelgono di adottare invece che acquistare, mentre cresce la consapevolezza sui rischi degli allevamenti intensivi e della vendita indiscriminata. Questo approccio etico sta modificando radicalmente l’offerta e la domanda. Anche l’e-commerce ha giocato un ruolo importante: molti accessori, cibo e prodotti per la cura degli animali vengono oggi acquistati online, dove prezzi competitivi e ampia scelta attraggono un pubblico sempre più digitalizzato.
Un’opportunità per la qualità
Il calo dei negozi di animali può essere letto anche come un’opportunità per puntare sulla qualità e sulla specializzazione. Le attività che resistono, infatti, sono spesso quelle che hanno saputo evolversi in centri di consulenza e supporto, offrendo servizi integrati, prodotti selezionati e una relazione più stretta con il cliente.
In questo scenario, la pet economy italiana non si sta restringendo, ma sta semplicemente cambiando forma, allineandosi a un nuovo modello di consumo più maturo e responsabile. Il benessere degli animali da compagnia diventa così il motore principale di un mercato che guarda al futuro con occhi diversi.
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