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Quando muore il nostro cane: i suggerimenti della psicoterapeuta Elisa Stefanati

Come prendersi cura di noi stessi nel dolore per la morte del nostro amato amico a quattro zampe

Quando muore il nostro cane: i suggerimenti della psicoterapeuta Elisa Stefanati. Perdere un animale domestico è un evento doloroso che merita cura e particolare attenzione. Il legame che si instaura tra uomo e animali da compagnia è molto antico. È un tipo di relazione che può essere molto importante per il benessere psicologico e fisico, ma la sofferenza originata dalla perdita di un animale domestico è ancora molto poco legittimata.

Come elaborare dunque il tema della perdita del proprio cane? Lo abbiamo chiesto alla dottoressa Elisa Stefanati psicoterapeuta presso la clinica Quisisana di Ferrara.

Quando muore il nostro cane: come avere cura di noi stessi

“La morte, come la vita, è un aspetto del nostro percorso. Ma il dolore legato alla scomparsa di un animale domestico spesso viene sottovalutato. È sempre un errore, perché si tratta di un legame speciale, di un affetto che cresce e prende spazio nella nostra vita quotidiana. In un recente studio americano sulle principali cause di depressione, gli intervistati hanno indicato, tra le prime 5 posizioni, oltre alla perdita di una persona cara, la scomparsa del proprio animale.

Ci tengo a sottolineare inoltre che nei tre anni della pandemia, è diventato ancor più evidente. Mi riferisco nello specifico all’esperienza dei lockdown e a come le persone sole siano riuscite a far fronte alle interminabili giornate di chiusura. La differenza tra avere un animale domestico e non averlo ha fatto la differenza nello strutturarsi o meno di stati depressivi e di condizioni di ansia, proprio in virtù di quel legame unico che si crea tra esseri umani e animali. L’amore di un cane o di un gatto è di accettazione incondizionata rispetto alle caratteristiche dell’uomo e permette inoltre di esprimere parti differenti di noi.

L’arco di vita di un gatto, un cane, un criceto, un pappagallino o un porcellino d’India è per sua natura estremamente breve se paragonato a quello di un uomo. Per questa ragione, chi decide di condividere la propria vita con un amico a quattro zampe, prima o poi si trova ad affrontare il lutto della sua perdita. E non basta, ad alleviare il dolore, il fatto che ci siano altri animali a condividere la quotidianità. Per questa ragione quando muore il nostro cane, quando il nostro amico peloso, compagno di passeggiate, di giochi sul tappeto, di corse in mezzo ai prati, di esperienze condivise, di dolori e gioie ci lascia, è importante prendersi il tempo necessario per imparare nuovamente a vivere, anche senza la sua amorevole compagnia. Per aiutare una persona che ha appena perso il proprio animale domestico, è sempre bene offrirle supporto e permetterle di esprimere in modo libero le emozioni”.

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Quando muore il nostro cane: come elaborare il lutto

“Lutto, dal latino lugere, significa piangere, dolersi e significa dunque misurarsi con la sofferenza. Nel processo di elaborazione del lutto solitamente si susseguono una serie di fasi (esattamente come per la perdita di un essere umano) che includono la negazione (non è vero, non è successo, e si riempiono ancora le ciotole di cibo e si conserva la cuccia in casa senza riporla in altro luogo), la rabbia (perché te ne sei andato?), la negoziazione (inizia a farsi strada la sensazione di perdita), la depressione e, infine, l’accettazione.

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Questo processo può avere gradi diversi di intensità, in relazione ad esempio a quanto si era legati all’animale, a come è avvenuto il distacco, se l’animale scomparso ha provato dolore, o se magari siamo noi ad aver deciso per l’eutanasia perché il nostro animale domestico soffriva troppo. Questo è un aspetto particolarmente penoso, che a volte comporta anche vissuti di ansia e sensi di colpa, che devono essere espressi per essere superati. Lutto tuttavia non significa solo dolore per la morte, ma è un dolore che si accompagna alla perdita in generale, per esempio alla perdita di abitudini (ogni animale ha le proprie), di punti di riferimento, all perdita di parti di sé in relazione al legame che si è strutturato con l’animale, magari perché relativi a particolari fasi nella vita dell’essere umano (esterne o interne).

Il processo del lutto al suo interno, oltre al cordoglio interiore, prevede un insieme di pratiche e riti esterni di natura sociale, culturale e religiosa che accompagnano la perdita e questo “tempo del dolore” più acuto per la perdita di un animale, e che possono perdurare da 6-8 settimane fino a parecchi mesi e, se il dolore non affrontato, anche anni”.

Le parole da dire e quelle da evitare

“Amare, e soprattutto essere amati da un animale domestico è un’esperienza totalizzante. Per questo il dolore che si prova richiede rispetto e attenzione. Chiudere il fatto con battute banali o sarcastiche come  “ma dai, era solo un cane” è sempre irrispettoso. Ci sono due punti di vista differenti riguardo al dopo. Il mio suggerimento è non consigliare mai di prendere subito un nuovo animale, ma sconsiglio anche di dire che è invece meglio aspettare, o addirittura dire che non sia più il caso di prendere animali con sé per evitare di soffrire nuovamente dinanzi alla perdita.

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È una scelta, questa, che dipende dal singolo individuo, dalla situazione psicologica e mentale in cui la persona che ha subito il lutto si trova, se la persona ha avuto il tempo di abituarsi alla perdita (nel caso di una malattia) o se la morte è avvenuta all’improvviso, forse per un incidente. Per molte persone prendere subito un nuovo compagno di vita può risultare la scelta più spontanea, mentre per altri ciò può essere vissuto come un tradimento nei confronti dell’amico che se ne è appena andato. Nessuno può dare consigli non richiesti. Si rischierebbe di far entrare la persona in confusione. È invece sempre consigliabile chiedere alla persona cosa provi, cosa senta e sostenerla a esprimere i propri vissuti, processo molto importante soprattutto se a subire la perdita è un bambino.

Quando muore il nostro cane: la sepoltura

Si può invece consigliare di seppellire il proprio animale in un luogo vicino, magari in giardino, per potergli poi portare dei fiori, o seppellirlo con il suo gioco preferito. Altrimenti è sempre consigliato affidare le sue spoglie al veterinario di fiducia che saprà come meglio trasferirle in un posto appositamente adibito alla sepoltura, e indicarci quando e quale altro animale potrà aiutarci, in attesa che il dolore si plachi e la persona possa eventualmente maturare l’idea di adottare un nuovo compagno a 4 zampe. Se invece l’idea espressa dalla persona è di non adottare più animali, il suo proposito va rispettato e si possono raccogliere cuccia, copertine, giocattoli, e accompagnare la persona in un canile, in un rifugio, donando gli accessori utili e in buone condizioni per fare felice qualche cane meno fortunato. E chissà che in quella occasione non possa scoccare un nuovo colpo di fulmine”.

Elisa Stefanati

Elisa Stefanati
Elisa Stefanati

Elisa Stefanati è psicologa, psicoterapeuta e giornalista. Allieva del CMTF (Centro Milanese di terapia Familiare), ad approccio sistemico-relazionale. È specializzata dal 2004 in psicoterapia individuale, familiare e di coppia. È giornalista e da anni scrive e si occupa di salute, benessere psicofisico e medicina anche in ambito divulgativo e scientifico. Ha condotto format televisivi in questo ambito e recentemente ha condotto Lifeness, un programma di medicina con Susanna Messaggio sia su digitale terrestre che in passato su piattaforma Sky. Svolge la sua attività di psicoterapeuta in ambito privato collaborando presso Quisisana di Ferrara e altri studi privati e cliniche di Milano. Collabora con testate di benessere, medicina e farmaceutica con la Messaggio Consulting.

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