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Demenza senile: vivere con un cane può prevenirla? I dati di uno studio giapponese

Rilevata, in chi vive con un cane, una significativa riduzione della probabilità di sviluppare la malattia.

Demenza senile: vivere con un cane può prevenirla? I dati di uno studio giapponese. La notizia è delle ultime ore: un recente studio condotto dall’Istituto Metropolitano di Geriatria e Gerontologia di Tokyo ha rivelato, si legge dall’Ansa, che possedere un cane può ridurre significativamente il rischio di sviluppare demenza senile in età avanzata. L’indagine, che ha coinvolto oltre 11.000 persone di età compresa tra i 65 e gli 84 anni, è stata condotta in collaborazione con il governo della capitale giapponese e uno specifico team di ricercatori. I partecipanti, che si sono offerti volontariamente per l’indagine epidemiologica, sono stati monitorati nel periodo compreso tra il 2016 e il 2020.

I risultati dello studio giapponese

Secondo il rapporto di probabilità elaborato dalla ricerca, i proprietari di cani hanno mostrato un rischio di sviluppare demenza senile significativamente inferiore, con un punteggio di 0,6 rispetto a un valore di 1 per coloro che non possedevano né cani né gatti. I proprietari di gatti hanno invece riportato un punteggio di 0,98, indicando dunque un rischio leggermente inferiore rispetto a coloro che non avevano animali domestici.

Cani e gatti possono convivere? Uno studio dice sì

Il ricercatore Yu Taniguchi dell’Istituto Nazionale per gli Studi Ambientali ha spiegato che prendersi cura di un cane può contribuire a mantenere abitudini di esercizio quotidiane e favorire l’inclusione sociale. Questi fattori, specifica Taniguchi, giocano un ruolo chiave nel ridurre il rischio di sviluppare la demenza senile. L’interazione con un cane non solo promuove l’attività fisica attraverso passeggiate regolari, ma crea anche opportunità di socializzazione, elementi che si sono dimostrati cruciali nella prevenzione della demenza.

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Demenza senile: preoccupante la crescita del numero degli ammalati

I dati dello studio sono particolarmente rilevanti, considerando che la demenza senile è un problema crescente in tutto il mondo. Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità si stima siano oltre 55 milioni le persone che a livello globale convivono con la demenza. Un numero che, sempre secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità è destinato a triplicare a causa dell’invecchiamento della popolazione mondiale. Si stima infatti che nel 2050 possano essere ben 152 milioni le persone affette da demenza senile, con 10 milioni di nuovi casi all’anno. Una cifra vertiginosa che corrisponde, in media, a un nuovo malato ogni 3 secondi per i prossimi 27 anni. In Italia, secondo i dati dell’Istituto Superiore della Sanità, la demenza di Alzheimer -per riferirci alla forma di demenza senile più diffusa- colpisce attualmente circa il 5% delle persone con più di 60 anni e in Italia si stimano circa 500.000 ammalati.

La ricerca dunque, suggerendo che la compagnia di un cane possa essere un elemento positivo nella gestione e nella prevenzione di questa condizione, apre prospettive interessanti. Tuttavia, è importante notare che il legame tra la presenza di animali domestici e la riduzione del rischio di demenza richiede inevitabilmente ulteriori approfondimenti.

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