Sabrina Salerno: “Adottare un animale può cambiarci la vita. Salvare un cane che ha sofferto è un gesto d’amore bellissimo”. L’energia contagiosa di Sabrina Salerno non risente dello scorrere del tempo: è rimasta la stessa icona carismatica di sempre, capace di conquistare con la sua bellezza magnetica e un entusiasmo travolgente. Con quel sorriso che la contraddistingue, ci racconta l’arrivo inaspettato di Nuvola e Botolo, i due cani che hanno riempito di gioia la sua vita e quella della sua famiglia. Una storia di empatia, ostacoli, affetto e rinascita. “Non volevamo più animali, poi è arrivato questo cane randagio, impossibile da toccare. Ora è il padrone della villa”. E con lui, un’amica a quattro zampe speciale dal carattere solare, che gli ha ridato fiducia negli esseri umani.
L’addio a Magnum e il primo turbolento incontro con Botolo
Sabrina è stata la mamma di un Golden retriever di nome Magnum che ha amato moltissimo. Una decina di anni fa, la sua scomparsa le ha provocato un immenso dolore e una ferita che non riusciva a rimarginarsi. Per questo aveva giurato a se stessa e al marito, Enrico Monti, che mai più avrebbe adottato un animale, per proteggersi da tanta sofferenza. “Anche mio figlio, avendoci visti tanto provati dalla perdita, ci aveva fatto promettere di non allevarne più. Poi è successo qualcosa di imprevisto: io abito in una villa veneta immersa nel verde e periodicamente dai campi vicini, arrivava un cagnolino nero con delle chiazze bianche”. Aveva una simpatia per un esemplare di femmina che viveva a casa della sua vicina, ma non si faceva avvicinare da nessuno: “Ringhiava tantissimo e piano piano abbiamo cercato di rassicurarlo, lasciando acqua e croccantini. Tutte le volte, trovava qualcosa per rifocillarsi ma era comunque impossibile superare una certa distanza. Questo ben presto è diventato un problema, perché da noi abitano diversi condòmini con i cani e, in più, si allontanava con l’altra cagnolina, mettendo a repentaglio la vita di entrambi. Da qui la scelta, da me mai condivisa, di chiamare un accalappiacani che lo ha portato al canile di Treviso”.
La storia di “amicizia burrascosa” tra Botolo e Sabrina poteva terminare qui ma, ovviamente, lei non si dava pace pensando a quella povera creatura in un ambiente sconosciuto e in parte ostile. “Sono andata a dormire continuando a soffrire per questa situazione, che proprio non riuscivo a digerire. Sapevo che al canile sarebbe passato del tempo per l’applicazione del microchip e i vaccini, prima che venisse trasferito al rifugio”. Quel giorno però è giunto: non avendo un padrone ufficiale, dopo un paio di settimane è stato spostato di sede. “Non smettevo di insistere con mio marito, perché ero convinta che la sua aggressività fosse legata a un passato difficile. Credevo potesse essere stato trattato male in passato e che il suo comportamento fosse dettato dalla paura, così ho deciso fosse giusto andarlo a trovare”.
Il cane di pietra che ha ritrovato il cuore
Arrivata al rifugio, Sabrina Salerno ha avuto un’amara sorpresa: “Non si muoveva più, non abbaiava: sembrava un cane di pietra”. Bisognava trovare una soluzione urgente e a lei è venuta un’idea: “Continuava ad essere inavvicinabile e andava aiutato, così ho proposto alla signora del rifugio di metterlo accanto a una femmina. Si vedeva che stava male e, con i propri simili, ero certa che sarebbe ritornato quello di prima. Così è stato. Hanno trovato per lui una cagnetta affettuosa e dal carattere allegro e solare. Dopo poco più di una settimana l’ho rivisto e ho deciso: lo porto a casa. Insieme a lei”. Ad aprile dello scorso anno, dunque, è iniziato un nuovo percorso per Botolo e Nuvola.
Sabrina Salerno: La rinascita di Botolo e l’affetto per Nuvola
Un nome curioso quello di Botolo che, in realtà, in dialetto veneto indica un cane di piccola taglia e gli era stato affibbiato dal vicino. A Sabrina Salerno piace poco e, infatti, lo chiama Rocco, ma ha deciso comunque di registrarlo così, con un termine che ormai a lui era familiare. Di sicuro, da quando ha lasciato il rifugio è letteralmente rinato ed è felice insieme alla sua nuova compagna di avventure: “Li abbiamo presi entrambi. Prima li abbiamo tenuti in un recinto, ora sono i padroni della villa. Sono intelligentissimi, meticci di cui non conosco la razza e poco importa. Botolo era impaurito, ora è affettuoso, fiducioso, fa le feste, salta addosso. Cammina al passo senza essere addestrato. È un cane speciale”.
Una vita libera e piena d’amore per due piccoli angeli
“I miei cani oggi vivono in un parco meraviglioso, la sera dormono in casa, tranne d’estate. Non sono mai soli e sono iper protetti. Stanno bene, sono sereni. Credo che i cani, come i gatti, siano piccoli angeli. Dei bambini da proteggere che ci riempiono la vita di amore”.
Botolo: il cane che sa di essere stato aiutato e che (probabilmente) nasconde i segni di un passato difficile
Sabrina Salerno è convinta che Botolo sia pieno di gratitudine e che senta di aver avuto un incontro felice che ha cambiato il corso della sua esistenza: “Il veterinario dice che Nuvola ha circa quattro anni, Botolo due e mezzo. Lo osservo correre come una lepre, ma ha una zampetta storta che non siamo riusciti a raddrizzare. Penso lo abbiano picchiato. Ma ora è libero, circondato d’amore. Quando mi vede dopo giorni, fa tante feste. Per me sa di essere stato salvato”.
Sabrina Salerno: “i cani sono dei compagni di viaggio che nella vita tutti dovremmo avere”
Sabrina ha la voce carica di serenità quando pensa a Botolo e Nuvola e non nasconde il desiderio di allargare la sua famiglia canina, confermando l’impegno in prima linea nella protezione e nella cura degli animali: “Io consiglio a chi vuole adottare un cane, di andare nei rifugi. Ci sono animali straordinari. È un gesto d’amore adottare un cane anziano e accompagnarlo per l’ultimo tratto di vita. A me piacerebbe prenderne altri e mio marito mi frena: abbiamo due case, una invasa dai gatti. Ma il cuore resta nei rifugi: vedere i cani nelle gabbie mi strazia”.