Aggressioni cani. Di chi è la colpa? La nuova sentenza della Cassazione. In Italia vivono circa 8,8 milioni di cani, ma la loro gestione in spazi pubblici resta un tema delicato. Un recente pronunciamento della Corte di Cassazione ha definito con maggiore precisione le responsabilità dei proprietari in caso di aggressioni tra cani, richiamando l’attenzione sulla necessità di norme di sicurezza più stringenti.
Aggressioni cani. Di chi è la colpa? La nuova sentenza della Cassazione.
Un caso accaduto a Roma ha portato alla condanna della proprietaria di un Pitbull, responsabile di un attacco a un cane di piccola taglia e al suo accompagnatore all’interno di un’area cani. La vittima ha riportato lesioni personali, tra cui ferite multiple e una sospetta frattura alla mano. La sentenza, emessa lo scorso 10 marzo, ha ribadito che il proprietario è sempre responsabile dei danni provocati dal proprio animale, come previsto dall’articolo 2052 del Codice Civile.
Secondo la Cassazione, la responsabilità si estende anche ai casi in cui l’animale fosse momentaneamente smarrito o fuggito, a meno che non venga provato il caso fortuito.
Aggressioni cani: regole più rigide per la sicurezza nelle aree cani
Il provvedimento cita anche l’articolo 672 del Codice Penale, che riguarda la detenzione di animali pericolosi da parte di persone inesperte, e l’articolo 590, relativo alle lesioni colpose. Chiunque gestisca un cane dal temperamento diffidente o potenzialmente aggressivo deve garantire la sicurezza pubblica adottando guinzaglio e museruola, anche all’interno delle aree cani.
Maggiore consapevolezza per un futuro più sicuro
La gestione responsabile dei cani non riguarda solo la prevenzione delle aggressioni, ma anche la lotta a fenomeni come maltrattamenti e abbandoni. Cambiare mentalità è indispensabile: i cani non sono oggetti, né sono animali pericolosi per natura, ma esseri viventi che dipendono dall’educazione e dalla consapevolezza di chi li accudisce. Anche la legge, oggi, inizia a riconoscerlo con maggiore fermezza.