Corse dei levrieri: la Nuova Zelanda le mette al bando entro il 2025. La Nuova Zelanda ha annunciato ufficialmente la decisione di vietare le corse dei levrieri, una misura storica che mira a proteggere il benessere degli animali e a porre fine a un’industria controversa. Nonostante gli sforzi per migliorare le condizioni dei levrieri impiegati nelle corse, il tasso di infortuni tra i cani è stato giudicato “inaccettabilmente alto”.
Corse dei levrieri: un’industria sotto accusa
Da anni le corse dei levrieri sono oggetto di critiche, con accuse di maltrattamenti e pratiche poco etiche, come il doping degli animali. Nel 2021, i dati ufficiali hanno riportato la morte di 232 levrieri e circa 900 infortuni durante le gare. Organizzazioni animaliste come Safe hanno registrato oltre 2.500 infortuni e quasi 30 decessi nei due anni successivi, nonostante gli avvertimenti del governo per migliorare le condizioni.
La Nuova Zelanda non è il primo paese a mettere in discussione questa pratica: corse di levrieri sono permesse solo in poche nazioni come Australia, Irlanda, Regno Unito e Stati Uniti.
Il piano del governo per il divieto
Il Racing Minister Winston Peters ha spiegato che il provvedimento sarà graduale, con una fase di transizione di circa 20 mesi per permettere il reinserimento professionale degli addetti al settore e il ricollocamento degli oltre 2.900 levrieri da corsa presenti nel paese.
“Non è una decisione presa alla leggera, ma la tutela del benessere dei cani deve essere prioritaria,” ha dichiarato Peters. Il governo ha già introdotto una legge per impedire l’abbattimento dei cani da corsa e ha in programma ulteriori interventi legislativi per garantire la chiusura definitiva dell’industria.
Le reazioni: una vittoria per gli animali
L’annuncio è stato accolto con entusiasmo dalle associazioni per i diritti degli animali. Safe, che da anni si batte per la chiusura delle corse dei levrieri in Nuova Zelanda, ha definito la decisione “una vittoria monumentale per i diritti animali”, mentre la SPCA, la più antica organizzazione neozelandese per il benessere animale, si è detta “estasiata” e ha esortato gli altri paesi a seguire l’esempio.
Dall’altro lato, Greyhound Racing New Zealand, l’associazione che rappresenta l’industria, si è detta “devastata” dalla decisione. Secondo il suo presidente Sean Hannan, il settore aveva compiuto “progressi significativi” e il divieto rischia di creare un vuoto culturale ed economico. Contribuendo per l’8,5% all’industria delle corse del paese, il settore impiega oltre 1.000 lavoratori a tempo pieno.
Un futuro senza corse di levrieri
La sfida principale ora sarà il reinserimento dei levrieri in famiglie che possano offrire loro una seconda opportunità di vita. Questa decisione rappresenta un importante passo avanti per il benessere degli animali e potrebbe diventare un esempio per altre nazioni.