Cani di Chernobyl: differenze dovute all’ambiente e non a mutazioni radioattive. I risultati di uno studio.
Cani di Chernobyl: due popolazioni di cani a confronto
Secondo il professor Matthew Breen, autore principale dello studio, i ricercatori hanno osservato che, nonostante i cani di Chernobyl. città e quelli della zona della centrale nucleare distino appena 16 chilometri, sono geneticamente distinti. Lo studio ha cercato di capire se esposizioni prolungate a tossine ambientali, come radiazioni e metalli pesanti, possano spiegare queste differenze. I risultati mostrano che i cani della città hanno un profilo genetico simile a quelli di altre aree dell’Europa orientale, come Russia e Polonia. Questo ha permesso di utilizzarli come “controllo” per confrontare le differenze genetiche con i cani della centrale.
Cani di Chernobyl: nessuna mutazione genetica rilevante
Attraverso un’analisi approfondita, il team ha esaminato i cromosomi, piccole sezioni del genoma e singoli nucleotidi, alla ricerca di mutazioni significative. Come spiega Breen: “Sappiamo che alte dosi di radiazioni possono provocare instabilità genetiche. Tuttavia, non abbiamo trovato evidenze di mutazioni vantaggiose trasmesse alle generazioni successive”.
Nonostante ciò, gli scienziati non escludono che pressioni selettive abbiano giocato un ruolo. Megan Dillon, coautrice dello studio, ha aggiunto: “Forse i primi cani di Chernobyl sopravvissuti avevano già tratti genetici che li hanno resi più adatti a vivere in quell’ambiente. Indagare su questo aspetto sarà il prossimo passo”.
Le implicazioni per la salute ambientale
Lo studio sottolinea che i rischi per la salute derivano non solo dalla radioattività, ma anche dall’esposizione a tossine come piombo, pesticidi e amianto, rilasciate durante gli interventi di bonifica. “Studiare animali come questi cani offre un’importante finestra sui rischi per la salute umana,” ha dichiarato Norman Kleiman, co-autore dello studio. Inoltre, i ricercatori hanno rilevato differenze nella presenza di zecche e nei patogeni che queste trasmettono tra i cani di Chernobyl città e quelli della centrale, evidenziando esposizioni ambientali diverse.
Una lezione per il futuro
Secondo i ricercatori, continuare a studiare gli effetti delle catastrofi ambientali è fondamentale: “Con l’avanzare della tecnologia e dell’industrializzazione, è inevitabile che si verifichino altri disastri su larga scala. Comprendere i rischi e come proteggerci è essenziale,” ha concluso Kleiman.